Cercare le proprie passioni e trovare un lavoro che ci renda felice è un’illusione?
Ma se all’improvviso scoprissimo che il vero scopo della vita è vivere nella gioia e nel piacere… Come sarebbe?
Cosa cambierebbe nella nostra vita? Cosa avreste voglia di fare o di non fare più?
E se proprio la crisi fosse la molla che ci sprona a cercare le proprie passioni?
Provengo da un educazione cattolica siciliana di medio alta borghesia e credo che in queste parole esista il condensato del DOVERE sotto diversi profili.
Mi hanno insegnato che ci sono cose giuste e non giuste, mi hanno allenato a seguire il loro punto di vista:
“studia, vai all’università, trova un buon lavoro sicuro e sistemati” – che per una donna significa anche trovare un buon marito e fare dei figli entro una certa età.
Ligia al mio dovere, ho seguito il sentiero programmato di scelte: buona università di economia e commercio, lavoro e carriera brillante in una multinazionale francese che mi ha portato a 33 anni ad essere una delle dirigenti donna di punta del gruppo, con in mezzo un’esperienza all’estero. Mi sono felicemente sposata a 27 anni, ho avuto il primo figlio a 31 anni e il secondo a 33.
Insomma un percorso da manuale… Ma …c’era un grande ma.
Non era il mio punto di vista, avevo vissuto la vita di qualcun altro, i sogni non realizzati o realizzati di qualcun altro. Ho pure lavorato duramente per ottenere tutto questo, credendo fino in fondo alla bugia più grande che ci hanno obbligato a comprare: non si vive di soli sogni! Metti i piedi per terra, devi essere concreto!
C’è stato un errore clamoroso di interpretazione in questo avvertimento, abbiamo confuso il risultato con il processo. I sogni sono il nostro motore propulsore e non il processo, i sogni ci mettono in moto dandoci la direzione da seguire, rendendo il nostro obiettivo estremamente sexy e desiderabile, creando cosi la benzina necessaria per arrivare a destinazione.
Se ci poniamo degli obiettivi guidati dal dovere, saremo eccitati e stimolati nel raggiungere e performare nella vita? Non credo: essa diventerà piatta e monotona. I sogni e ciò che ci appassiona sono il cibo della nostra anima e ci permettono, quando ne entriamo in contatto, di eccellere e di essere felici. Decidere di seguire il nostro sogno, o ciò che ci appassiona, è decidere di seguire la via della felicità, fatta di valli, pianure e picchi: ogni valle la attraverseremo con forza e determinazione.
La felicità è una scelta quotidiana, non qualcosa che accade se manteniamo lo status quo delle cose. Bisogna avere coraggio? Meno di un tempo. Abbiamo una grande alleata in questo momento: la crisi, che non è altro che un richiamo al cambiamento. Tanto più la crisi è profonda, tanto più profondo è il cambiamento che in questo periodo storico siamo chiamati a operare nelle nostre vite, nella società, nella politica, nelle relazioni e anche nel business.
Siamo talmente abituati a stare nel purgatorio
che non ci preoccupiamo di cercare la via di accesso
al paradiso e passiamo una vita nel dovere.
Nel mio lavoro di talent coach aiuto le persone a ricollegarsi alle loro passioni, a ciò che dà piacere.
La stragrande maggioranza non sa riconoscerlo, maschera il dovere con 3 parole che io chiamo le parole Killer “Non mi dispiace”… e cosi collezioniamo un lavoro che non ci dispiace, degli amici che non ci dispiacciono, in alcuni casi anche un fidanzato/a di cui ci accontentiamo e che sposiamo dopo 10 anni di fidanzamento. La verità è che quella realtà non ci fa abbastanza male da volerla cambiare veramente, ma ci dà il diritto assoluto di lamentarci di tutto ciò che non funziona, di quello che va storto, invece di lamentarci dell’unica cosa che veramente conta: di come sta andando veramente la nostra vita. E allora, la crisi, nostra alleata, è una grande opportunità per uscire allo scoperto e farci uscire dal limbo.
Il coach, assume quindi un ruolo fondamentale in quest’epoca, è come una bussola capace di farci ricollegare con il nostro io più potente, con quella parte di noi che ha voglia di uscire, di esprimersi e di realizzarsi, seguendo quel pizzico di follia che rende la vita gustosa e degna di essere vissuta. Cosi quando arrivi nella zona “di sabbie mobili” in cui sai perfettamente che dovresti FARE alcune cose che non stai facendo, ma scegli continuamente di non farle, rimandando al domani l’ineluttabile confronto con te stesso, il coach assume un ruolo di richiamo, di campanello che con il suo suono ci riporta sulla retta via e ci aiuta con domande potenti ad aprire porte per farci vedere spazi inesplorati ma esistenti, spazi capaci di connetterci con il nostro successo felice.
Per molti anni ho confuso le due parole successo e felicità: ho puntato al successo e al potere pensando che questo mi avrebbe reso felice: ho capito oggi che puntare alla felicità è la via più sicura per condurci al successo. Esiste un freno su questa via, si chiama PAURA, e il suo potere è buttarci appunto nelle sabbie mobili, luogo pericoloso che ti immobilizza. Un modo per uscirne, che ha funzionato per me e sta funzionando per tutte le persone che aiuto è capire quali sono le risorse a nostra disposizione per farci emergere.
Evidenziare i talenti, le nostre abilità, ciò in cui siamo veramente bravi, e metterli al servizio delle nostre passioni permette di iniettare dosi di coraggio, di sicurezza in sé, di energia, di forza propulsiva che ci riporteranno a “emergere”.
In questo momento cosi propizio di “crisi” possiamo decidere finalmente di essere noi stessi, decidere di emettere la nostra nota armonica. Il mio compito, la mia missione nella vita come shining talent coach è proprio questa: aiutare le persone a emettere la loro musica! E la crisi ci dà un ottimo spunto per farlo, avendo stravolto le regole che valevano un tempo e dando in modo paritario, a tutti coloro che vogliono giocare la partita, l’occasione e la possibilità di farlo.
Esiste un indizio inequivocabile che mi dice se stiamo sulla via, sono gli occhi che brillano, quella luce che viene da dentro quando abbiamo deciso, quando siamo sulla strada giusta. Ecco, vi auguro di vederla un giorno guardandovi allo specchio, “affinché nella vostra vita voi possiate camminare in bellezza, sia essa alla vostra sinistra per ricevere bellezza, sia essa alla vostra destra per dare bellezza, sia dietro di voi per lasciarne tracce nella vostra vita” . Preghiera Navajo.
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